Riaprire a tutti i costi… ma chi non ha mai chiuso è stato più fortunato?

Non c’è dubbio che riaprire tutto sia un segnale assolutamente positivo anche se, a mio parere, è più utile al morale che all’economia.
Ho letto e condivido la posizione di tanti piccoli imprenditori che oggi si ritrovano a dover fare i conti su quali siano i costi che la riapertura impone rispetto agli incassi che il mercato attuale è in grado di garantire.
Possiamo parlare anche della pochezza degli aiuti concreti ricevuti dall’alto, tra l’altro con tempi di erogazione a dir poco irritanti, ma su questo ci saranno sempre opinioni contrastanti, da una parte chi ritiene sufficiente ciò che è stato messo in campo, dall’altra la rabbia e la disperazione di chi ha visto i propri fatturati crollare a fronte di impegni da portare comunque avanti.
Alcuni settori, di aiuti, probabilmente non ne avrebbero neanche avuto bisogno, parlo ad esempio della filiera alimentare o delle attività produttive che sono riuscite ad incrementare i loro numeri anche grazie alle vendite online. Abbiamo letto come Amazon abbia incrementato a dismisura in questa fase di quarantena il suo fatturato ed è ovvio che, a monte, ci siano state aziende fornitrici che avranno fatto altrettanto.
Poco si è parlato delle difficoltà che stanno vivendo, e che soprattutto vivranno, i tanti professionisti di ogni settore che hanno ricevuto una limitata visibilità mediatica e che si sono visti accreditare il famoso sostegno al reddito di € 600, sicuramente meglio di niente ma poca cosa rispetto ai mesi bui che si preparano ad affrontare prima di ricevere, e soprattutto incassare, nuovi incarichi.
Il professionista è colui che esercita una professione intellettuale o liberale come attività economica primaria e lo fa in modo indipendente. Non è sinonimo di benestante, né di persona che può campare d’aria.
Quando riapriranno i professionisti che letteralmente non hanno mai chiuso? È chiaro che ci sono dei settori della nostra economia che sono trainanti rispetto ad altri; è indubbio che prima di ingaggiare un professionista di qualsiasi ramo, a meno che non si parli di sanità o poco altro, si deve prima avere una chiara disponibilità per progettare un futuro, che sia un progetto tangibile piuttosto che un evento, la cura della persona o qualsiasi altra attività per la quale necessitiamo di un “esperto”.
Ultimamente ho letto una forte spinta verso diversi settori, spinta che sottolineo legittima e alla quale mi affianco, ma ho letto molto poco verso i professionisti, che vanno sostenuti e valorizzati.
Pisa è una città poliedrica, pullula di dipendenti statali ma ha una fortissima connotazione turistica e tecnologica. I professionisti pisani, spesso nati altrove ma adottati dalla nostra città grazie ad un eccellente polo universitario, possono essere strumento per la rinascita.
La storia ci insegna che da momenti di grande difficoltà e forte crisi, l’innovazione e la competenza, tramutata in idee concrete, possono essere la chiave per tornare più forti di prima.
Benissimo i messaggi al mondo dove facciamo vedere che Pisa riapre, benissimo accogliere i colossi mondiali del commercio elettronico, che porteranno diversi posti di lavoro, ma dobbiamo avere il coraggio di dare voce, visibilità e spazio alle idee di coloro che dal nostro tessuto sociale possono rilanciare una città che ha da sempre avuto un ruolo da protagonista nel mondo.
Qualcuno che ha creato in pochi anni un impero ha suggerito di essere folli, qualcun altro è appena riuscito a mandare dei gitanti nello spazio; investiamo nei “folli geni” pisani, chissà che non possano essere la base di un rilancio esponenziale e duraturo.
Forza professionisti… e buon lavoro!

 

Stefano Maestri Accesi
   Agente Assicurativo

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