Recuperatori di calore puntuali
Rimuovere umidità e muffa con la minima invasività
Umidità e muffa: sempre più diffuse.
Quante volte avete sentito amici, parenti o colleghi lamentarsi di problemi di umidità e muffa dentro le proprie case? Problemi che si riscontrano soprattutto su immobili di nuova costruzione, oppure dopo una ristrutturazione. Magari, dopo aver cambiato le finestre, ecco subito spuntare le macchioline di muffa negli angoli delle pareti.
Ma vediamo di comprendere le cause di queste problematiche.
La qualità dell’aria interna.
Se è vero che in edilizia la sfida dei primi anni 2000 era il miglioramento dell’isolamento termico, per puntare al massimo risparmio energetico, è altrettanto vero che la sfida dei nostri giorni è il miglioramento della qualità dell’aria interna. Infatti, nelle costruzioni e nelle ristrutturazioni recenti, ci troviamo di fronte a immobili con bassi consumi energetici perché dotati di ottimi sistemi di isolamento termico e di infissi a tenuta quasi stagna. Questi immobili sono isolati talmente bene, che il ricambio dell’aria è completamente demandato all’azione dell’utente: mentre prima erano gli spifferi a far cambiare l’aria degli ambienti, adesso che gli spifferi sono stati eliminati, l’unica maniera per assicurare il ricambio dell’aria è l’apertura quotidiana delle finestre.
E questa è la vera nota dolente: le famiglie del 2020 non cambiano aria in casa! Ovviamente non si può generalizzare, ma è senz’altro vero che è sempre più raro trovare persone che ogni mattina tangono aperte le finestre per un’ora, per rinnovare l’aria interna. Le abitudini delle famiglie sono cambiate: non esistono più le casalinghe, si esce di casa la mattina presto e si rientra la sera tardi; di conseguenza, durante il giorno non c’è nessuno nelle abitazioni che si occupi di cambiare l’aria, e quando torniamo la sera fa troppo freddo per spalancare tutto.
E così nelle abitazioni si accumula giorno dopo giorno tutto il vapore prodotto dalle operazioni giornaliere. Per dare una quantificazione, vediamo quanto vapore viene prodotto quotidianamente da una famiglia di quattro persone durante le normali attività domestiche:
respirazione e sudorazione 3.2 kg
igiene personale 0.5 kg
cottura cibi 2.8 kg
lavaggio stoviglie 1.0 kg
asciugatura panni dentro casa 5.0 kg
———–
TOTALE 12.5 kg
Il dato è veramente sconvolgente: ogni giorno riempiamo le nostre case con 12 kg di vapore! Vapore che se non viene smaltito rimane dentro le abitazioni, rendendo la qualità dell’aria interna veramente scarsa. Quando l’umidità dell’ambiente diventa particolarmente elevata, si generano condense in corrispondenza delle pareti perimetrali, che in inverno costituiscono i punti più freddi dell’abitazione. Giorno dopo giorno, la condensa impregna la muratura, rendendola idonea allo sviluppo delle muffe.
La risoluzione: ventilazione meccanica controllata.
Come risolvere allora?
Ovviamente, la soluzione preferibile e a costo zero è quella di intervenire sulle nostre abitudini, e imporci di cambiare aria agli ambienti ogni giorno; sarebbe buona norma aprire le finestre almeno per mezz’ora al mattino e mezz’ora alla sera.
Ma purtroppo non sempre si può, anche perché magari l’immobile è abitato da persone anziane o da inquilini le cui abitudini sono difficili da modificare.
Fortunatamente ci viene incontro la tecnologia che ha inventato la ventilazione meccanica. In pratica, invece di dover intervenire manualmente sulle finestre, il ricambio d’aria è assicurato da un impianto, costituito da compressori e canalizzazioni più o meno distribuiti all’interno dell’immobile.
È ovvio che un sistema diffuso all’intera abitazione può essere pensato solo nelle nuove costruzioni o in caso di una ristrutturazione globale. Ma quando il problema dell’umidità e della muffa è limitato a una o due stanze, si può intervenire con un impianto semplice e per niente invasivo: il recuperatore di calore puntuale.
Il recuperatore di calore puntuale.
Il sistema è costituito da una macchina monoblocco che alla vista non risulta diversa dai banali aspiratori “vortice” usati nei bagni, e che concentra dentro di sé due servizi: ricambio d’aria e recupero del calore in essa contenuto.
Consideriamo il funzionamento invernale. A bordo della macchina è presente un rilevatore di umidità. Quando viene rilevata un’umidità dell’ambiente superiore a una soglia predefinita, parte il ventilatore espellendo l’aria interna (viziata) verso l’esterno; mentre esce, l’aria passa attraverso un elemento di ceramica poroso, scaldandolo e cedendogli il proprio calore; dopo poco tempo, il ventilatore cambia verso di rotazione e comincia a immettere aria esterna (rinnovata) all’interno della stanza; l’aria nuova che entra, passa sempre dalla ceramica porosa, scaldandosi prima di entrare in casa. Estrazione e immissione d’aria si alternano finché l’umidità del vano non scende sotto il valore di soglia.
E così riusciamo a cambiare aria senza perdere calore prezioso.
Minima invasività.
Cosa serve per installare un sistema del genere? L’intervento richiede veramente pochissimo! La macchina è alimentata da una semplicissima spina, per cui è sufficiente avere una presa di corrente a disposizione. E poi basta fare un foro nella parete del diametro di 100 mm.
Con un’ora di lavoro di un muratore e meno di 500 € eliminerete definitivamente le muffe dalla stanza.
Intervento mirato.
Come abbiamo visto, l’intervento è molto semplice. Ma perché sia altrettanto efficace, deve essere calibrato per adattarsi perfettamente alle esigenze del vano servito.
Quindi, per assicurare un risultato ottimale, è necessario rivolgersi a un professionista termotecnico, che svolga una diagnosi mirata e fornisca tutte le indicazioni operative per la buona esecuzione dei lavori.
Filippo Fochi
Ingegnere
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