La curva emozionale

Una ricerca del 1995 studiò il grado di soddisfazione degli atleti medagliati alle Olimpiadi, confrontando i differenti esiti tra i vincitori dell’oro, dell’argento e del bronzo. Verrebbe da pensare ad una soddisfazione proporzionale al livello della medaglia ottenuta… invece i risultati hanno sorprendentemente dimostrato che i vincitori delle medaglie di bronzo sono mediamente molto, molto più felici dei vincitori delle medaglie d’argento!!! 

Questa curiosa statistica è spiegata dalla prospettiva soggettiva dell’atleta: il secondo classificato soffre per il rimpianto della mancata vittoria, mentre il terzo classificato si gode il bronzo come un grande premio (avendo scampato il rischio di arrivare quarto). 

Questo paradosso irrazionale è alla base della Prospect Theory, la Teoria del Punto di Vista, realizzata negli anni ’70 dallo psicologo Daniel Kahneman, diventato poi un famosissimo premio Nobel per l’Economia!
Un premio Nobel per l’Economia ottenuto da uno psicologo; piuttosto strano, vero? Con molti dei miei clienti ne parlo da tempo ma il motivo è semplice: la correlazione tra emozioni e finanza è fortissima.
Quando nelle nostre scelte finanziarie ci facciamo guidare dalle emozioni il rischio è quello di sbagliare!
Cerchiamo di spiegare in modo semplice i meccanismi mentali che si scatenano quando dobbiamo prendere delle decisioni in materia di investimenti.

Partiamo da OTTIMISMO: si tratta di quella fase in cui vediamo il mercato “bello” ed al rialzo. Ci siamo persi il momento di ripresa degli indici e, magari, compriamo a prezzi piuttosto alti. Ma il mercato continua a salire e noi siamo orgogliosi delle nostre scelte. Spesso si tratta di una fase piuttosto lunga che crea ‘assuefazione positiva’.

Poi qualcosa si inceppa e l’ottimismo lascia il posto all’incredulità. Ecco la fase della NEGAZIONE. I mercati cominciano a scendere e i telegiornali si riempiono di notizie relative ai miliardi “bruciati” in pochi giorni. La negazione è un meccanismo di difesa molto pericoloso, una sorta di dissonanza cognitiva che porta alla ricerca ansiosa e spasmodica di notizie che ci rassicurino e ci confermino la bontà delle nostre scelte.

Dalla negazione si passa al PANICO; la paura comincia ad attanagliarci.
Vendere tutto, stoppare le perdite oppure cedere alla tecnica della mediazione del prezzo. Notti insonni e momenti bui ci attendono in questa fase.
Ci siamo, ecco il capolinea! Stiamo perdendo troppo, non riusciremo più a recuperare i soldi andati in fumo. Ecco la CAPITOLAZIONE… vendiamo tutto.
Da qui alla FRUSTRAZIONE il passo è breve. Cominciano la sensazione che il mercato non è cosa per noi. Si scatena un mix che va dalla sfortuna alla conferma che vinceranno sempre i poteri forti.
Intanto i mercati hanno toccato i minimi e stanno ricominciando a salire ma in noi alberga la DEPRESSIONE e la certezza che questo mondo non faccia per noi.

Solo i “grandi finanzieri” che muovono il mercato riescono sempre a uscire vincitori. I piccoli sono destinati a soccombere. Come dice un famoso luogo comune: i soldi vanno ai soldi!
Riparte il rally dei mercati e si fa strada una nuova fase di rialzo. Ecco che si stanno gettando le basi per un nuovo inizio del ciclo… è tempo di OTTIMISMO!
Ma tutto ciò è vero oppure esiste un sistema che possa aiutarci?

Sono fermamente convinto di quanto afferma Warren Buffet, il più grande della finanza di sempre: “il mio momento ideale per investire è SEMPRE”.

Può sembrare la più banale delle affermazioni ma è la sintesi più autentica. Dobbiamo approcciare il mercato con regolarità, sfruttando meccanismi di accumulazione che ci consentano di essere sui mercati in ogni stagione per garantirci un percorso virtuoso. L’importante è investire dove ci sarà valore nel tempo: il mercato AZIONARIO, magari, delegando ai gestori di fondi la scelta delle aziende migliori.
E non ci sarà crisi che tenga, nel lungo periodo ci sarà sempre crescita.
Il mondo va avanti, se riusciremo ad essere lucidi e razionali; agganciandoci a questo trend inesorabile ci garantiremo rendimento nel tempo ed eviteremo notti insonni durante i momenti bui delle ‘prossime’ crisi. Si chiamino esse 11 settembre, Lehman Brothers o coronavirus!

   Giuseppe Cervelli
Consulente finanziario

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