Professione Consulenti steakeholders turistici

La sfida che si presenta oggi al sistema Italia è quella della competizione dei suoi territori a vocazione turistica (un po’ tutti, per storia, tradizioni, cultura, monumenti e ricchezze ambientali) in maniera “attiva” e “pro-attiva”, superando la presunzione del fare già turismo solo perché si è Imprenditori di strutture ricettive, ristorazione ed altri servizi.

Fino ad oggi, in Toscana come in gran parte del Paese, ci si è solo attrezzati ad accogliere gli ospiti, prima ancora che intercettarli o sviluppare adeguate proposte, in termini di servizi e prezzi, all’altezza delle richieste.
È stato un comportamento naturale, figlio della rendita di posizione del Paese ed, appunto, di quanto ereditato dal territorio e dalla sua storia.

Nonostante i numeri sul turismo mondiale, siano in ulteriore forte crescita – come da allegata infografica della UNWTO sullo status 2019 in prospettiva 2020 – ed anche le destinazioni internazionali nostre concorrenti si sono attrezzate (semplicemente applicando gli strumenti manageriali offerti dal marketing generale e turistico in particolare, a partire dai prodotti/servizi fino ai prezzi) ponendo i nostri territori spesso impreparati alla sfida globale, in presenza di accresciuti deficit di presenze da una parte e forti riduzioni dei margini dalla parte degli operatori anche quando i numeri delle presenze sembrano arridere a loro favore.

Resta comunque il dato globale da tenere sempre presente: nel 2019 si sono avuti circa 1,5 bilioni di turisti nel mondo ed il 51% di questi hanno raggiunto l’Europa. Nel 2020 questo mercato crescerà ulteriormente dal 3 al 4%.

Come siamo preparati come Paese Italia?
Come si preparano le varie destinazioni già “allenate” per tradizione al fare turismo con adeguata programmazione ed azioni strategiche?
Come si prepara la nostra Regione e come la destinazione Costa Toscana ed Isole si sta organizzando anche solo per intercettare l’overtourism dell’area fiorentina?
Come si stanno organizzando i 12 ambiti turistici territoriali delle cinque province che si affacciano sul mare?
E come rispondono i Comuni, i parchi, le camere di commercio, le categorie, gli operatori di vario genere fino anche al commercio, artigianato locale ed organizzatori eventi ricorrenti?

“Dietro ogni difficoltà si nasconde un’opportunità” – cit. Seneca
E la difficoltà sta emergendo prepotentemente nei nostri territori, che restano a forte vocazione turistica, ma in assenza di una vera cultura di base per produrre turismo.

La necessità di offrire servizi, consulenze, assistenze, agenti a fianco dei territori (ambiti turistici, Comuni, categorie, grandi e piccoli operatori, etc), dalla formazione di base, alle analisi consapevoli della mole dei flussi dati provenienti periodicamente (sia a livello locale che in benchmark con le destinazioni di riferimento che vanno per la maggiore e/o potenziali concorrenti), la conoscenza delle esigenze della clientela (dai singoli ai gruppi di ospiti), al posizionamento reale in modalità continua, fino alla individuazione dei buyer group personas fino alle individuazioni dei PTO – prodotti turistici omogenei. Quindi lo sviluppo delle strategie di marketing e di vendita dei PTO e del comparto, evitando di riempire l’agenda di fiere, con le valigette vuote di contenuti.

E’ il momento epocale, a partire dalla Costa Toscana, di sviluppare i turismi e di formare operatori ed Istituzioni nel comprendere i linguaggi del turismo per essere “dentro” la sfida internazionale. Perché se le prospettive di domanda di turismo, di Italia e di Toscana sono presenti è pur vero che queste potrebbero essere captate da altri protagonisti più pronti e preparati a comprendere le esigenze di quel tipo di clientela, offrire proposte più attraenti in servizi e prezzi e prendere una importante fetta di mercato solo perché si è ancora “produttori passivi di turismo”.

L’Isola d’Elba vive al 50% di turismo, la provincia di Pisa ha un pil turistico pari al 10% come molte altre aree turistiche della regione, se il turismo è il cosiddetto “petrolio” del paese, siamo solo agli inizi e probabilmente dovremmo tutti, come consulenti e manager di settore, contribuire a colmare questo vuoto. Ognuno a partire dalla location più vicina.

Quali sono i mestieri professionali emergenti?

• Formatori di turismo (formazione di base verso operatori, organizzatori, amministratori istituzioni, etc.)
• Analisti e statisti
• Marketing & business planners
• Esperti consulenti agenti a fianco di ambiti territoriali, Comuni, Camere di Commercio, associazioni di categoria, organizzatori di eventi, etc.
• Creativi di prodotti turistici omogenei
• Project manager turistici
• Supporto start-up nuovi servizi (es: servizi per disabili, cicloturisti, guide sportive, etc)
• Esperti consulenti e supporti varie nicchie (es: disabili, anziani, coppie/famiglie con bambini, ospiti con animali, tour enogastronomici, costruzioni itinerari e mappe digitali per le differenti esigenze a partire dalle varie disabilità, sinles, etc)
• Organizzazione eventi ad indotto economico misurabile
• Misurazione ricadute effettive degli interventi di vario genere (su eventi, strutture, etc)
• Supporto alla costruzione pacchetti con ‘vision globali’
• Coordinatori progetti e stakeholders
• Sviluppo proposte portali web, social, convergenze video, foto
• Gestori social, portali web (i ‘visit’ restano attrattivi come visittuscany, visitlucca, visitlondon, etc)
• Tourist Content social/web Manager (fondamentale la narrazione continua di un territorio con piani editoriali e di comunicazione all’altezza delle sfide, nelle lingue richieste, con sensibilità visual e storytellers efficaci)
• Value management (brand, merchandising, commercio, artigianato locale, etc)
• Progetti pubblici a supporto strategie territoriali, controllers
• Tourist relation manager
• Conoscenze nuove lingue (russo, cinese, arabo)

                        Andrea Maggini
           Consulente Managment Turistico