Il mondo dei robot
Mi ha fortemente impressionato una recente trasmissione televisiva dove è stata presentata Amelia, un robot cognitivo che è già realtà e che viene ormai utilizzato da diverse grandi società di consulenza, ad esempio Accenture, per supportare i brand mondiali più famosi di ogni settore, compreso quello bancario assicurativo di cui faccio parte.
Un mondo parallelo fatto quindi di consulenza virtuale che sta correndo molto velocemente e che, secondo la Bank of England, nei prossimi 5 anni toglierà agli umani diversi milioni di posti di lavoro.
Motivi di questa ipotetica forte ascesa sono l’enorme quantità di dati che un robot riesce ad immagazzinare, e ormai anche ad elaborare, e la sua disponibilità 24 ore su 24, fattore che con i ritmi attuali risulta un plus accattivante.
Siamo addirittura arrivati al punto in cui, per motivi etici, coloro che rendono questi robot ultra performanti si stanno domandando se è giusto che la voce di queste macchine sia assolutamente uguale al suono umano o se, invece, sia più corretto renderla metallica per farla riconoscere facilmente dall’ interlocutore.
Ma noi professionisti quanto dobbiamo preoccuparci di questo nuovo super concorrente? Quali possono essere le nostre armi per riuscire a restare protagonisti del mercato, ognuno nel suo settore?
D’impatto la risposta più semplice da dare è quella di massimizzare le competenze, ma a ragion veduta è molto difficile per una mente umana competere con un elaboratore meccanico intelligente; e quindi?
A mio parere diventano quindi sempre più determinanti i fattori intangibili del rapporto personale; quella empatia costituita da un buon mix tra preparazione e calore umano, elementi che resteranno insostituibili da qualsiasi macchina.
Il professionista deve saper tendere la mano al cliente per guidarlo in un mercato che corre veloce, una mano che deve ispirare fiducia, perché è proprio nelle nostre mani che si mettono i clienti che incontriamo.
Altri fattori li analizzano gli uomini di marketing, che suggeriscono di rendere il momento di contatto con il cliente un’esperienza emozionale; fatta sì di competenza, ma anche di una logistica accattivante. Pensate a quando entriamo in negozi di alto livello, le luci ben orientate, la musica scelta ad hoc per il prodotto che viene venduto e tanti altri accorgimenti d’impatto.
Essere a fianco del cliente, diventando suo partner di vita, deve diventare uno degli obiettivi del professionista che vuole mantenere un ruolo importante all’interno del mercato.
Guardiamo al futuro con fiducia, con la consapevolezza di chi è sicuro delle proprie competenze, della propria capacità di innovarsi e di motivarsi e, soprattutto, sviluppando la nostra attitudine a creare rapporti forti con il cliente, aspetto che Amelia non avrà mai.
Buon lavoro e buona fortuna
Stefano Maestri Accesi
Agente assicurativo
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