Riforma Copyright: verso maggiori tutele e giusti compensi per creatori ed editori
Quando lo scorso 26 marzo l’Europarlamento ha dato il via libera alla norma sul diritto d’autore è scoppiato l’applauso. Si conclude così il processo legislativo iniziato nel 2016: con 348 voti favorevoli, 274 contrari e 36 astensioni, i deputati hanno approvato le nuove disposizioni UE sulla libertà di espressione: tra due anni, questi i tempi della loro entrata in vigore, i titolari dei diritti d’autore potranno negoziare accordi migliori sulla remunerazione che deriva dall’uso delle proprie opere sulle piattaforme Internet. La direttiva infatti estende i diritti e gli obblighi tipici del diritto d’autore a tutti i contenuti sulla rete. YouTube, Facebook e Google News saranno le piattaforme online più direttamente interessate dalla legislazione comunitaria appena varata. I giganti del web dovranno condividere, almeno in parte, i loro ricavi con i titolari dei diritti (come musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, editori, giornalisti) e saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sui loro siti, compresi gli aggregatori di notizie. I soggetti interessati potranno inoltre chiedere alle piattaforme una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti qualora la remunerazione originariamente concordata fosse sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne derivano per i distributori.
La direttiva si impegna altresì a garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione: ad esempio la condivisione di frammenti di articoli di attualità (i cosiddetti “snippet”) è esclusa dal campo di applicazione, tuttavia si specifica che il testo deve essere “molto breve”. Anche il caricamento di scritti su enciclopedie online con finalità non commerciali, come nel caso di Wikipedia sarà automaticamente fuori dal raggio di azione della norma.E le piattaforme di nuova costituzione (start-up) saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle consolidate. L’accordo mira a facilitare l’utilizzo di materiale protetto da diritti d’autore per la ricerca che si basa sull’estrazione di testi e dati, eliminando così un importante svantaggio competitivo che i ricercatori europei si trovano attualmente ad affrontare. Viene inoltre stabilito che le restrizioni del diritto d’autore non si applicheranno ai contenuti utilizzati per l’insegnamento e la ricerca scientifica.
Infine, la direttiva consentirà l’utilizzo gratuito di materiale protetto da copyright per preservare il patrimonio culturale. Le opere fuori commercio potranno essere utilizzate quando non esiste un’organizzazione di gestione collettiva che possa rilasciare una licenza.
Secondo il presidente Siae Mogol «hanno vinto la ragione e la cultura sui soldi». «Una grande vittoria per la stampa in Italia» è stato il commento del presidente degli editori di giornali europei Carlo Perrone.
«Piena soddisfazione» per il voto parlamentare che è «un passaggio importante verso una più efficace difesa del diritto d’autore nello spazio digitale» è stata espressa infine dal presidente Fieg Andrea Riffeser Monti.
Lucia De Benedittis
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