Coronavirus e mercati finanziari: opportunità o rischio?
Ormai è quasi un mese che ogni giorno veniamo aggiornati sulla situazione del Coronavirus: quanti contagi, dove, quanti morti, ripercussioni e paure.
Le attenzioni si sono concentrate sul tema della salute (e vorremmo anche vedere!) e, subito dopo, su quello finanziario/patrimoniale.
Nel 2003 la Cina si era resa protagonista con un altro virus, la SARS, mentre nel 2012 si diffuse, soprattutto nella penisola araba, la MERS. Virus della stessa “famiglia” del nostro attuale 2019-nCov (questo il suo nome ufficiale). Ad oggi tutti e 3 i virus hanno un tasso riproduttivo simile, tra 2 e 3: ogni persona contagiata infetterà, in media, tra le 2 e 3 persone. Però, rispetto ai casi passati, ci sono dei dati da tenere in considerazione:
- La Cina ha attuato misure drastiche e immediate per contenere l’epidemia (blocco viaggi, zone di quarantena) e la comunicazione dell’epidemia a livello mondiale ha consentito a tutti i paesi di prendere contromisure per limitare la diffusione della stessa;
- Il tasso di mortalità, ad oggi, è molto più basso rispetto alle epidemie precedenti;
- I settori farmaceutico e tecnologico hanno fatto grandi progressi in questi anni, tali da fronteggiare più efficacemente il nuovo virus.
Osservando tutto questo, l’aspetto della salute risulta alquanto tutelato. I mercati invece?
Innanzitutto gli economisti stanno cercando di stimare quale potrebbe essere l’impatto sull’economia cinese. Fabbriche e negozi chiusi, vaste aree in quarantena e limitazione nei viaggi incideranno negativamente sul prodotto interno lordo, soprattutto sul lato dei consumi. Anche la crescita internazionale potrebbe subire un rallentamento visto che l’industria cinese è al centro della catena produttiva mondiale. Tutto però dipenderà dal tempo in cui la locomotiva cinese rimarrà ferma: se i contagi diminuissero e un vaccino fosse trovato, la produzione potrebbe riprendere nei trimestri successivi e colmare il blocco forzato di questo periodo. Se così non fosse, le ripercussioni sarebbero sicuramente più importanti. Proprio per questo motivo, la Banca Centrale e il governo cinese hanno già provveduto, rispettivamente, ad immettere un ingente quantitativo di liquidità sul mercato e a comunicare possibili interventi come incentivi e sgravi fiscali a supporto delle aziende colpite.
Alla luce di tutto questo, come hanno risposto i mercati? A una reazione iniziale negativa e molto veloce, si è concretizzato un recupero più razionale che ha comportato una forte riduzione della volatilità che aveva contraddistinto la prima fase di vendita. Le borse americane ed europee hanno completamente recuperato i livelli pre-corona virus, mentre le borse asiatiche sono ancora in territorio negativo. L’effetto delle politiche monetarie espansive adottate dalle principali banche centrali mondiali sembra per il momento prevalere sulla possibilità di un rallentamento dell’economia mondiale.
E le nostre scelte finanziarie? Il corona virus è un’opportunità o un rischio?
Una risposta univoca non c’è, dipende dall’orizzonte temporale scelto per i nostri investimenti. Se abbiamo investito con un obiettivo di lungo periodo (tra gli 8 e i 10 anni) non ci sarà molto da preoccuparsi. Nel breve le borse potranno avere dei contraccolpi, ma a guidarle nel futuro saranno i soliti drive: crescita economica, scoperte tecnologiche, ingresso sul mercato di nuovi prodotti. Su queste basi la Cina è un paese su cui investire senza alcun dubbio. Se l’orizzonte scelto fosse invece più di breve periodo, una profonda valutazione deve essere fatta per non andare incontro a rischi che non si vorrebbero assumere.
Quel che conta, come detto altre volte, è una corretta pianificazione, chiarezza sugli obiettivi da raggiungere ed essere consigliati da un esperto di fiducia.
Fabrizio Valdrighi
Consulente Finanziario
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