AMIANTO sui nostri tetti: come dormire tranquilli.

È passato più di un quarto di secolo dalla legge 257/1992 che ha proibito l’estrazione, l’importazione, la produzione e la commercializzazione di materiali contenenti amianto. Eppure l’Italia non ha ancora completato la sua bonifica. Ed è gravissimo perché se non si bonifica, si continuerà a morire.

I dati sono allarmanti: ogni giorno a causa dell’amianto perdono la vita 8 persone in Italia, circa 3000 ogni anno.

Anche a Pisa le criticità non mancano. Al centro delle preoccupazioni dei cittadini ci sono in particolare alcuni capannoni dismessi, ma anche palazzine e tetti condominiali. 

In quale modo ognuno di noi può tutelarsi e respirare tranquillo, senza la paura di inalare quotidianamente fibre di amianto potenzialmente cancerogene?

È facile! Basta rivolgersi a un professionista esperto, che possa fare una valutazione attenta sulla condizione dell’amianto riscontrato in opera.
Bastano pochi giorni per avere una risposta e sapere se l’amianto presente sui tetti delle nostre abitazioni è pressoché innocuo, oppure se la situazione è effettivamente preoccupante.

Le mosse delle pubbliche amministrazioni.
Ai fini di tutelare la salute pubblica, molte amministrazioni comunali si stanno prodigando per tenere sotto controllo le coperture di amianto presenti sul territorio. Partono da una campagna di indagine, volta all’individuazione dei tetti interessati, per poi chiedere ai proprietari di presentare una relazione sullo stato di conservazione. Laddove sono ravvisate situazioni di pericolo, i proprietari degli immobili vengono sollecitati, perché provvedano alla messa in sicurezza.

In quest’ultimo periodo, grazie allo sviluppo della tecnologia, le indagini stanno diventando sempre più capillari. Recentissima è la notizia dell’adozione, anche da parte di alcuni comuni a noi vicini, di droni dedicati a questo scopo.

In Toscana: l’algoritmo AMLETO

Uno strumento molto valido, per far fronte a questa emergenza è l’algoritmo Amleto. Tale strumento fornisce indicazioni sul comportamento da tenere nei confronti di materiali in cemento amianto “a vista”, in considerazione dello stato di conservazione e del contesto in cui sono ubicati.

L’algoritmo si dimostra particolarmente utile per la definizione delle azioni che devono essere intraprese (monitoraggio o bonifica) dal proprietario dell’immobile in cui si trovano i materiali contenente amianto. Gli indicatori considerati fanno capo a due distinte tipologie di parametri: lo stato di conservazione del materiale e il contesto in cui è inserito l’edificio.

Il risultato dell’elaborazione Amleto è l’attribuzione di un livello di rischio all’immobile, che può ricadere in 4 “zone” di rischio, a cui corrispondono altrettanti comportamenti da seguire:

 

  • Zona A – Monitoraggio e controllo periodico (1 volta l’anno)
  • Zona B – Rimozione da programmare (entro 3 anni). Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventi limitati e controllate periodicamente al fine di evitare danni ulteriori (1 volta l’anno)
  • Zona C – Rimozione in tempi brevi. La rimozione può essere rimandata alla prima occasione utile ma non protratta nel tempo (entro 1 anno)
  • Zona D – Rimozione immediata (entro 6 mesi)

Rientrare in zona B o C, e quindi avere un tetto con rischio medio o alto è molto più frequente di quanto si possa pensare.

Per questo è importantissimo agire sulla prevenzione, pianificando con un professionista una campagna di controlli periodici sull’amianto che abbiamo “in testa”.

Ing. Filippo Fochi

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